«Erano belli,
splendidi tempi quelli in cui l'Europa era una terra cristiana in cui
un'unica Cristianità abitava codesta parte del mondo umanamente
configurata, e un unico grande interesse comune univa le province più
remote di questo vasto reame spirituale. Senza grandi possessi
terreni, un solo capo supremo dirigeva e unificava le grandi forze
politiche. Una numerosa corporazione, cui ognuno aveva accesso, gli
era immediatamente sottoposta, ne eseguiva i cenni e si adoperava con
ogni zelo a consolidarne la benefica potenza. Ogni membro di questa
comunità era dovunque onorato; e se gli umili cercavano presso di
lui conforto o aiuto, protezione o consiglio, e in cambio
provvedevano volentieri e con generosità ai suoi molteplici bisogni,
anch'egli trovava protezione, rispetto e ascolto presso i potenti; e
tutti si tenevano cari questi uomini eletti, armati di forza
prodigiosa, come figli del cielo la cui presenza e benevolenza
diffondevano molteplici benedizioni. Un'infantile fiducia
legava gli uomini ai loro messaggi. Con che serenità ciascuno poteva
compiere la sua quotidiana opera terrena, poiché grazie a questi
santi uomini un avvenire sicuro l'attendeva e da loro poteva
aspettarsi venia per ogni passo falso e da loro veder cancellato e
schiarito ogni oscuro istante della vita. Erano essi i piloti esperti
sul gran mare sconosciuto, sotto il cui usbergo si poteva tenere in
non cale tutte le tempeste e tranquillamente confidare nell'approdo e
nello sbarco sicuro sulle rive della patria vera.
[...]
L'odio personale
inizialmente nutrito per la fede cattolica si trasformò a poco a
poco in odio per la Bibbia, per la fede cristiana e alla fine
addirittura per la religione. Di più: l'odio per la religione si
estese molto naturalmente e conseguentemente a tutti gli oggetti
dell’entusiasmo, sconsacrò fantasia e sentimento, morale e amore
dell'arte, speranze e tradizioni; a stento conservò l'uomo a capo
della gerarchia degli esseri naturali, e la musica dell'universo,
inesauribilmente creatrice, ridusse allo strepitio monotono di un
enorme molino, che, mosso dalla corrente del caso e natante su di
essa, doveva venir considerato come un molino in sé senza
costruttore né mugnaio, come un vero e proprio perpetuurn
mobile, come un molino che macini se stesso.
Un solo entusiasmo era
stato generosamente lasciato al misero genere umano rendendolo
indispensabile, come pietra di paragone della più alta cultura, ad
ogni azionista di essa: l'entusiasmo per questa stupenda e grandiosa
filosofia, e in particolare per i suoi sacerdoti e mistagoghi
[iniziatori ai misteri della religione]. La Francia fu così
fortunata. da diventare la culla e la sede di questa nuova fede che
era impastata di ogni sapere. [...] Quei messeri erano occupati senza
posa a purificare d'ogni traccia di poesia la natura, il mondo,
l'anima umana e le scienze, a distruggere ogni resto di religiosità,
ad avvilire con sarcasmi la memoria di ogni personalità o
avvenimento edificante e a spogliare il mondo di qualsiasi colorito
ornamento. La luce era divenuta la loro prediletta per via della sua
matematica docilità e della sua impudenza. Si rallegravano di
poterla suddividere anziché contemplarla e giocar coi colori, e da
essa quindi chiamarono Illuminismo quella loro grande impresa.
[...]
Sugli altri paesi
europei, all'infuori della Germania, si può solo profetare che, con
la pace, comincerà a pulsare in loro una nuova e più alta vita
religiosa che inghiottirà presto ogni altro interesse mondano.
Invece in Germania si possono già indicare con piena sicurezza le
traccie di un nuovo mondo. La Germania precede con passo lento ma
sicuro i rimanenti paesi europei [...]
[la Germania ha una
pre]ponderanza su gli altri. Nelle scienze e nelle arti si nota un
potente fermento. Si sviluppa dovunque un'infinita ricchezza
spirituale. Si scava da miniere nuove, intatte. Mai le scienze furono
in mani migliori o, almeno, suscitarono maggiori aspettazioni; si
indagano le parti più diverse degli oggetti, nulla si tralascia,
tutto vien dibattuto, giudicato, investigato. E tutto si rielabora;
gli scrittori diventano piu personali e potenti, ogni antico
monumento della storia, ogni arte, ogni scienza trova degli amici e
viene abbracciata e fecondata con nuovo amore. Una versatilità senza
pari, una profondità meravigliosa, una splendente politezza,
conoscenze vastissime e una fantasia ricca e piena si trovano qua e
là, e spesso, audacemente accoppiate. Un possente presentimento
d'arbitrio creatore, un superamento di ogni limite, di una
molteplicità infinita, di una santa originalità e di una universale
capacità dell'uomo interiore sembra destarsi dovunque. Svegliatasi
dal sogno mattutino dell'inesperta fanciullezza, una parte del genere
umano esercita le sue prime forze contro i serpenti che avvolgono la
sua culla e gli vogliono togliere I'uso delle membra. Non sono ancora
che accenni, incoerenti ed informi, ma che già tradiscono all'occhio
dello storico una individualità universale, una storia nuova, una
umanità nuova, il dolcissimo abbraccio di una giovane Chiesa
sorpresa e di un Dio d'amore, e l'intima concezione, nelle sue mille
membra contemporaneamente, di un nuovo Messia.»
Novalis, Cristianità
o Europa, a c. di M. Manacorda, Einaudi, Torino 1942, pp. 3,
14-15, 18-19.
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