martedì 22 marzo 2016

i banchetti come strumento politico

Data alla Rivoluzione del 1789 l'uso in Francia dei banchetti civici, pranzi pubblici in comune che festeggiano un importante avvenimento o ricordano un anniversario: ne scrisse il 18 luglio 1789 il marchese de la Villette su «La Cronique»: «Vorrei che si istituisse una festa nazionale nel giorno della nostra resurrezione. Per una rivoluzione che non ha esempi, occorre organizzare qualcosa di nuovo. Vorrei che tutti i borghesi della buona città di Parigi apparecchino la tavola in pubblico e prendano il pasto davanti alla loro casa. Il ricco e il povero sarebbero uniti e tutte le classi confuse insieme. Le strade ornate di tappeti, disseminate di fiori [...]». E così fu fatto a Parigi, ma in un luogo prestabilito, il parco della Muette, il 14 luglio 1790, per la festa del Campo di Marte, o il 26 luglio 1792, sulle rovine della Bastiglia.
Con uno spirito diverso, in tono minore e solo su invito personale, furono tenuti banchetti anche sotto la Restaurazione e sotto la monarchia di Luglio: secondo un'usanza inglese, utilizzata dallo stesso Guizot, erano riunioni a carattere clientelare con le quali i notabili mantenevano il contatto con i propri elettori. A partire dal 1847 i banchetti furono utilizzati da parlamentari dell'opposizione i quali in pubblici discorsi presentavano le loro proposte di riforma politica e rendevano manifesta la loro critica al governo. Generalmente, s'iniziava con una sfilata, accompagnata da un'orchestra, per le strade della città, poi ci si sedeva a tavola all'aperto, pagando il pranzo organizzato, alla fine del quale gli oratori tenevano un discorso: così poteva trascorrere un'intera giornata festiva.

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