lunedì 9 agosto 2021

sul green pass

1. L’idea di essere vittima di un complotto e la sfiducia in chi ha il potere (politico, medico, accademico) sono tipiche dell’umanità del XX e XXI secolo: è stato detto che ogni individuo di questa nostra epoca si concepisce come «una centrale di controspionaggio». Mi colpisce che una mia amica abbia teorizzato che se una cosa è sostenuta da tantissima gente è probabile segno che è falsa, e frutto di indottrinamento del Grande Fratello di turno: esattamente il contrario dell’idea di consensus gentium, tipica del pensiero cristiano tradizionale, per cui quanta più gente ritiene vera una certa cosa, tanto più è probabile che quella cosa sia vera (questo veniva applicato soprattutto all’esistenza di Dio: il fatto che la stragrande maggioranza della gente creda in Dio è, se non una prova, almeno un sintomo della verità di tale convinzione).

1.1. Il sospetto di essere vittima del Grande Fratello di turno nasce dall’affievolirsi di legami comunitari e dalla solitudine sostanziale in cui viviamo noi uomini del XX e XXI secolo.

1.2. Esso è poi più accentuato negli sconfitti della storia: per questo il complottismo oggi (e da tempo) è più forte in quella ultra-destra che è oggettivamente erede dei grandi sconfitti della 2a guerra mondiale, Hitler e Mussolini, suicida in una Berlino occupata dagli odiati comunisti il primo, appeso a testa in giù a piazzale Loreto il secondo, dopo aver guidato l’Italia nella peggiore catastrofe della sua storia. Anche se è vero che c’è stato del complottismo anche a sinistra: ad esempio riguardo alle Torri Gemelle (fatte saltare dagli americani, per il complottismo di sinistra, visceralmente anti-americano). Ricordo anche una espressione tipica di miei alunni di sinistra: «ci hanno fatto credere», «ci vogliono far credere». Tuttavia il complottismo prevale decisamente nella destra: penso ad esempio al caso del prof. Di Bella e della sua cura contro il cancro: era l’estrema destra a credere in lui, e a sfiduciare il potere accademico e medico che non gli credeva. Oggi la cosa si replica con i vari medici-squillo che annunciano mirabolanti ed efficacissimi nuovi metodi di cura, che solo il complotto del potere non vuole riconoscere. Che il complottismo sia prevalentemente di destra è spiegato anche dal fatto che è tipico dell’estrema destra non ammettere i propri torti («il Duce ha sempre ragione», «memento audere semper», il Superuomo è super, non sbaglia mai), quindi la colpa di ciò che non va deve essere per forza degli altri, meglio se concepiti come fortissimi, quindi un complotto di potenti.

2. L’idea di dittatura sanitaria come complotto di autorità in campo medico, accademico, scientifico, politico (nazionale e internazionale) e giornalistico è un’idea delirante. Tuttavia non sarebbe giusto, né utile limitarsi a bollarla come tale. Occorre anche capire la logica che spinge della gente ad aderirvi.

2.1. In particolare le accese contestazioni di piazza contro il green pass e le misure restrittive anti-covid appaiono sproporzionate in rapporto ad altre misure obbligatorie che in passato non avevano trovato obiezione alcuna (come i vaccini obbligatori anti-polio, anti-tbc e simili). Tanto più che adesso non c’è obbligo di vaccinazione, ma limitazione, per chi non si vaccina, di accedere a dei luoghi, l’accesso ai quali non è certo di vitale importanza.

2.2. Tuttavia c’è una qualche logica sottesa all’idea di complotto sanitario e quindi alle proteste no-vax e no-pass. Anzitutto c’è la paura: la paura che il vaccino possa nuocere gravemente alla salute. C’è gente che ha proprio paura e non si vaccina per questo. In secondo luogo c’è il timore delle categorie economiche più toccate dal covid: ci sono molti piccoli imprenditori che temono che misure restrittive possano nuocere gravemente, se non mortalmente, ai loro interessi economici. Queste due paure non devono essere guardate con sussiegoso disprezzo, ma occorre cercare di capire.

2.3. Capire, ma anche aiutare a uscire da un vicolo cieco. Perché per quanta paura si possa avere degli effetti del vaccino, si dovrebbe avere molta più paura del virus: se il vaccino può fare 10, il virus può fare 100. E poi perché il vero danno all’economia, e quindi anche allle piccole e medie imprese lo fa il virus. Liberarci dal quale quindi dovrebbe essere prioritario.

3.1. Ora, è vero che il green pass è una misura di compromesso, un ricatto che non ha un senso sanitario immediato. Perché non è detto che chi è vaccinato non possa contagiare, né è detto che chi non è vaccinato sia per forza contagioso. Questo però è vero nell’immediato. Ma nel medio-lungo termine è incontestabile che più persone si vaccinano, più il virus viene messo alle corde.

3.2. Il green pass è una sorta di compromesso tra l’istanza del rigore scientifico, che direbbe di imporre l’obbligo vaccinale, come già accaduto per altre forme di malattia, e l’istanza del consenso popolare, che non vorrebbe alcuna imposizione. I politici, come sempre, sono sensibili agli umori della gente e quindi cercano di mediare tra la verità scientifica, vera ma di cui pochi sono consapevoli, e le opinioni diffuse, false, ma appunto diffuse. Il che è qualcosa di cui un politico, per motivi elettorali, non può, in una democrazia, non tener conto.



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