Data alla Rivoluzione del 1789 l'uso in Francia dei banchetti civici,
pranzi pubblici in comune che festeggiano un importante avvenimento o
ricordano un anniversario: ne scrisse il 18 luglio 1789 il marchese de la Villette
su «La Cronique»: «Vorrei che si istituisse una festa nazionale nel
giorno della nostra resurrezione. Per una rivoluzione che non ha esempi,
occorre organizzare qualcosa di nuovo. Vorrei che tutti i borghesi
della buona città di Parigi apparecchino la tavola in pubblico e
prendano il pasto davanti alla loro casa. Il ricco e il povero sarebbero
uniti e tutte le classi confuse insieme. Le strade ornate di tappeti,
disseminate di fiori [...]». E così fu fatto a Parigi, ma in un luogo
prestabilito, il parco della Muette, il 14 luglio 1790, per la festa del Campo di Marte, o il 26 luglio 1792, sulle rovine della Bastiglia.
Con uno spirito diverso, in tono minore e solo su invito personale, furono tenuti banchetti anche sotto la Restaurazione
e sotto la monarchia di Luglio: secondo un'usanza inglese, utilizzata
dallo stesso Guizot, erano riunioni a carattere clientelare con le quali
i notabili mantenevano il contatto con i propri elettori. A partire dal
1847 i banchetti furono utilizzati da parlamentari dell'opposizione i
quali in pubblici discorsi presentavano le loro proposte di riforma
politica e rendevano manifesta la loro critica al governo. Generalmente,
s'iniziava con una sfilata, accompagnata da un'orchestra, per le strade
della città, poi ci si sedeva a tavola all'aperto, pagando il pranzo
organizzato, alla fine del quale gli oratori tenevano un discorso: così
poteva trascorrere un'intera giornata festiva.
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