martedì 20 aprile 2021

Esiste vita intelligente oltre la Terra?

Un punto di vista teologico

Da un punto di vista teologico credo che si debba dire quanto segue:
• dal momento che tutto l’universo è stato creato nel Verbo che si è fatto carne sulla terra, cioè uomo, eventuali altri esseri intelligenti presenti nell’universo dovrebbero essere simili all’uomo e legati così in qualche modo a Cristo;
• dal momento che credo si possa escludere che il Verbo si sia fatto carne anche su altri pianeti, occorre ammettere che eventuali altre civiltà intelligenti debbano essere prima o poi raggiunte dall’uomo terrestre, in modo tale da comunicare loro l’annuncio dell’incarnazione del Verbo (e della salvezza da lui portata);
• questo varrebbe anche nel caso in cui eventuali altre civiltà non avessero il peccato originale perché la missione di Cristo non è soltanto quella di riparare il peccato ma anche di divinizzare l’uomo, qualsiasi uomo eventualmente presente in qualsiasi parte dell’universo;
• ovviamente l’urgenza sarebbe molto maggiore nel caso, probabile, che altri esseri intelligenti siano incorsi in qualcosa di analogo al peccato originale; anche perché, se esistono altre civiltà intelligenti oltre quella terrestre, è estremamente probabile che siano non una o due, ma moltissime (come dice Paolo Musso [2021]), e quindi è praticamente impossibile che nessuna di queste civiltà abbia il peccato originale;
• ora il modo con cui l’uomo terrestre potrebbe comunicare ad altri esseri intelligenti presenti nell’universo l’annuncio di Cristo non può essere quello di messaggi che arrivino dopo 100 anni o più anni e per rispondere ai quali passino altri 100 anni o più anni;
• questo modo non può che essere una modalità veloce e completa di comunicazione; e a quanto possiamo capire noi oggi questa modalità di comunicazione non può che essere quella di una presenza fisica;
• quindi se esistono altre civiltà intelligenti nell’universo, da un punto di vista teologico, si deve dire che esse devono essere raggiungibili fisicamente dall’uomo (terrestre);
• ma questo significa, ulteriormente, che le attuali conoscenze relative ai viaggi interstellari, che li definiscono impossibili, non sono definitive.

Su questo punto c’è una obiezione: se i viaggi interstellari non sono avvenuti finora, significa che sono impossibili. Il presupposto di questa obiezione è che, dal momento che esistono miriadi di pianeti di milioni di anni più vecchi della terra abitabili da esseri intelligenti, questi pianeti, essendo abitabili devono essere abitati; quindi gli esseri intelligenti di questi pianeti, se ci fosse il modo di fare viaggi interstellari, l’avrebbero già trovato, dopo milioni di anni di progresso scientifico e tecnico, e quindi noi saremmo già stati raggiunti da loro. Come invece non è accaduto.
Ora questo presupposto dimentica che la comparsa di esseri intelligenti non dipende esaurientemente dal darsi di condizioni materiali adatte (come l’evoluzione biologica), ma richiede l’intervento speciale del Creatore, perché l’anima non è prodotta dalla evoluzione biologica, essendo su un piano ontologico irriducibile alla materia.
Quindi il “fenomeno umano” (Teilhard de Chardin) compare se e quando Dio lo vuole. E se Dio si è fatto uomo sulla Terra, nulla vieta di pensare che egli abbia voluto che l’uomo terrestre sia il primo essere intelligente a comparire nell’universo. Così da poter eventualmente portare l’annuncio cristiano ad eventuali altri esseri intelligenti, senza farli aspettare … milioni di anni. Sempre ammesso, ovviamente, che Dio voglia altri esseri intelligenti oltre quelli che abitano la nostra terra.

Ci sono poi obiezioni di merito alla possibilità dei viaggi interstellari:
• la grande distanza dei pianeti esoterrestri renderebbe i viaggi interstellari, anche ammesso che si possa viaggiare alla velocità delle luce, troppo lunghi per essere sopportabili dall’uomo (ad esempio per la decalcificazione delle ossa);
• nello spazio interstellare si potrebbero facilmente incontrare detriti cosmici il cui impatto sull’astronave avrebbe un esito fatale, data la enorme velocità di questa (qualcuno ha calcolato che per resistere all’impatto dei detriti interstellari una astronave, che viaggiasse a una velocità prossima a quella della luce, dovrebbe avere delle pareti spesse 7 km: impossibile perciò da lanciare nello spazio).
Non ho le competenze scientifiche per entrare nel merito di queste obiezioni. Il mio punto di vista è teologico, non scientifico. A me pare solo che se esistono altre civiltà intelligenti dovrà poter essere possibile entrare fisicamente in contatto con loro, quindi occorre ammettere che in futuro le nostre conoscenze e abilità dovranno potercelo permettere. Andando oltre quanto oggi appare assodato. Diversamente vorrebbe dire che siamo soli nell’universo.
Ma allora perché Dio avrebbe creato un universo così immensamente grande, con milioni di pianeti abitabili? Il fatto di darci un simbolo della sua Infinità potrebbe già essere una risposta esauriente.
Che comunque non escluderebbe anche la possibilità di creare tante civiltà intelligenti. Civiltà, però, non più vecchie, ma più giovani della nostra.
Quindi, per riassumere queste ultime osservazioni, perché siano possibili viaggi interstellari occorre:
• che non esistano civiltà intelligenti nell’universo più vecchie (non di milioni di anni, almeno, ma nemmeno di migliaia, probabilmente) della nostra;
• che le nostre attuali conoscenze scientifiche (e relative applicazioni tecnologiche) siano passibili di ulteriori sviluppi significativi, sostanziali, che segnino un progresso decisamente più spinto di quello che ha separato Galileo e Newton da Einstein e Planck.
Da una parte nessuno sviluppo scientifico potrà negare il principio di non contraddizione, che è insuperabile, e quindi potrà comportare sì nuove teorie, ma non la smentita di leggi già verificate, almeno non relativamente ai sistemi di riferimento finora adottati, dall’altra, da un punto di vista, ancora, teologico, è estremamente probabile che se Dio fa continuare la storia essa debba avere un senso, e in questo sensatezza della storia c’è inevitabilmente il progresso della scienza e della tecnica, che quindi difficilmente arriveranno “al capolinea” prima della Seconda Venuta di Cristo. Quindi è ragionevole aspettarsi un progresso, che però non contraddica, ma approfondisca quanto di vero è stato finora appurato dalla scienza.



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