lunedì 4 gennaio 2021

Entzauberung e stupore

Per Weber l’umanità moderna vive ormai un irreversibile disincanto (Entzauberung) del mondo, vive in un mondo “disincantato”, di cui egli conosce ormai quasi tutto e che può quindi dominare con la ragione e la tecnica, mentre la tradizione precedente viveva in un mondo “incantato”.

Ora, è vero che Dio non deve essere un “tappabuchi” (come diceva Bonhoeffer), che cioè supplisce a conoscenze solo temporaneamente non ancora possedute, ma il fatto è che il mondo, la realtà è, ed è destinata a restare, un mistero, di cui dobbiamo dire con Herbert Spencer “ignoramus et ignorabimus”, e che perciò, se siamo nel giusto atteggiamento, non può non stupirci, cioè appunto incantarci.

Il θαυμάζειν per Aristotele è la molla della ricerca filosofica (Metafisica, l. A), e giustamente; solo che per lui a un certo punto uno cessa di stupirsi, mentre la verità che uno non dovrebbe mai cessare di stupirsi: «solo lo stupore conosce» (S. Gregorio Nazianzeno).



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